lunedì 19 dicembre 2016

SNOWDEN








Scrivere della storia di Snowden, intendo scrivere oggi usando il pc, mi mette a disagio.
Già perché le mie parole saranno lette da te, lettore, lettrice curios* e forse amic*, ma potrebbero essere lette dalla NSA o chissà da quale altra agenzia di sicurezza nazionale o internazionale.
Non che le mie parole in sé e per sé siano interessanti o importanti, è solo che in questo momento provo fastidio alla sola idea di essere letta da occhi che cercano il male ovunque.
Viviamo nel Regno della Suprema Diffidenza: tutti siamo potenziali nemici, tutti potremmo nascondere qualcosa della quale un domani venire incriminati.
E' facile dire, come ho detto io tantissime volte, “io non ho nulla da nascondere”.
Certo, non ho nulla da nascondere. Ma, se cambiasse il governo, se improvvisamente stare dalla parte dei diritti umani diventasse sedizioso, pericoloso, allora le mie parole verrebbero lette diversamente.
Questo film non è 1984, trasposizione cinematografica dell'antiutopia di George Orwell, un genio che ci mise in guardia su altre tipologie di dittature.
Questo film del 2016, presentato al Festival di Roma, è una storia vera, verissima, di cui tutti noi abbiamo letto sulle pagine dei quotidiani nel 2013.
Il film di O. Stone, la storia di Snowden non possono che inquietare il cittadino.
La storia è nota a tutti: ex tecnico CIA e consulente della NSA, nel 2013 decise di svelare alla stampa l'esistenza di programmi di intercettazioni e sorveglianza di massa, al fine di avviare una discussione nel suo Paese sull'uso e abuso di questi strumenti.
Il controllo capillare sulla vita di ciascuno, l'uso disinvolto dei droni per colpire i nemici, la considerazione che “il fronte oggi è ovunque e ogni server è un'arma”, ci ricordano la complessità nella quale viviamo e ci interrogano ancora una volta su quale sia la realtà e quale la finzione nella quale viviamo, credendo di essere liberi.
Una domanda che il film pone a tutti noi è quella di coloro che obbediscono agli ordini del Governo, credendo di essere così nella legalità e soprattutto di fare la cosa giusta.
Per esempio i dipendenti dell'agenzia di sicurezza forniscono assistenza in tempo reale ai piloti di droni bombardieri per localizzare e lanciare attacchi letali, poi, dopo aver visto sullo schermo del pc le persone morire, tornano a casa dalla propria famiglia, come se nulla fosse. Come accadeva nel periodo nazista per tutti coloro che lavoravano nei campi di concentramento e di annientamento, come accadeva nei gulag e nei campi di concentramento di Pol Pot o negli stadi sudamericani e ancora e ancora mi sovvengono esempi, purtroppo.
Snowden è un eroe perchè ha avuto il coraggio di perdere tutto, ricchezza, benessere, famiglia, sicurezza, in nome del senso di responsabilità verso l'umanità. Vive in Russia.
Oggi sappiamo, ma è cambiato qualcosa?




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