Scrivere
della storia di Snowden, intendo scrivere oggi usando il pc, mi mette
a disagio.
Già
perché le mie parole saranno lette da te, lettore, lettrice curios*
e forse amic*, ma potrebbero essere lette dalla NSA o chissà da
quale altra agenzia di sicurezza nazionale o internazionale.
Non
che le mie parole in sé e per sé siano interessanti o importanti, è
solo che in questo momento provo fastidio alla sola idea di essere
letta da occhi che cercano il male ovunque.
Viviamo
nel Regno della Suprema Diffidenza: tutti siamo potenziali nemici,
tutti potremmo nascondere qualcosa della quale un domani venire
incriminati.
E'
facile dire, come ho detto io tantissime volte, “io non ho nulla
da nascondere”.
Certo,
non ho nulla da nascondere. Ma, se cambiasse il governo, se
improvvisamente stare dalla parte dei diritti umani diventasse
sedizioso, pericoloso, allora le mie parole verrebbero lette
diversamente.
Questo
film non è 1984, trasposizione cinematografica
dell'antiutopia di George Orwell, un genio che ci mise in guardia su
altre tipologie di dittature.
Questo
film del 2016, presentato al Festival di Roma, è una storia vera,
verissima, di cui tutti noi abbiamo letto sulle pagine dei quotidiani
nel 2013.
Il
film di O. Stone, la storia di Snowden non possono che inquietare il
cittadino.
La
storia è nota a tutti: ex tecnico CIA e consulente della NSA, nel
2013 decise di svelare alla stampa l'esistenza di programmi di
intercettazioni e sorveglianza di massa, al fine di avviare una
discussione nel suo Paese sull'uso e abuso di questi strumenti.
Il
controllo capillare sulla vita di ciascuno, l'uso disinvolto dei
droni per colpire i nemici, la considerazione che “il fronte
oggi è ovunque e ogni server è un'arma”, ci ricordano la
complessità nella quale viviamo e ci interrogano ancora una volta su
quale sia la realtà e quale la finzione nella quale viviamo,
credendo di essere liberi.
Una
domanda che il film pone a tutti noi è quella di coloro che
obbediscono agli ordini del Governo, credendo di essere così nella
legalità e soprattutto di fare la cosa giusta.
Per
esempio i dipendenti dell'agenzia di sicurezza forniscono assistenza
in tempo reale ai piloti di droni bombardieri per localizzare e
lanciare attacchi letali, poi, dopo aver visto sullo schermo del pc
le persone morire, tornano a casa dalla propria famiglia, come se
nulla fosse. Come accadeva nel periodo nazista per tutti coloro che
lavoravano nei campi di concentramento e di annientamento, come
accadeva nei gulag e nei campi di concentramento di Pol Pot o negli
stadi sudamericani e ancora e ancora mi sovvengono esempi, purtroppo.
Snowden
è un eroe perchè ha avuto il coraggio di perdere tutto, ricchezza,
benessere, famiglia, sicurezza, in nome del senso di responsabilità
verso l'umanità. Vive in Russia.
Oggi
sappiamo, ma è cambiato qualcosa?
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