Il
dialogo finale di Torino Spiritualità del 2016 verte sulla domanda
cruciale:
“quando,
perchè e in che modo gli esseri umani hanno smesso di essere solo
dei grandi mammiferi?
e si
è svolto al Teatro Carignano tra Francesco Cavalli-Sforza e Vito
Mancuso con Armando Buonaiuto
Provo
a sintetizzare i loro ragionamenti.
Per
Francesco Cavalli Sforza (FCS per il prosieguo del post) è errato
pensare che noi siamo più evoluti degli altri animali, visto che
l'evoluzione si misura in generazioni.
FCS
identifica nella liberazione delle mani dell'uomo, che si alza in
piedi, il momento cruciale, perchè le mani diventano oggetto della
percezione e soggetto del fare e con le mani nasce la tecnologia.
Grazie
alla tecnologia l'uomo migliora la sua vita, si moltiplica e si
sposta nei vari continenti.
L'uomo
diventa perciò tale nel momento in cui inizia a comunicare e a
progettare.
Per
il teologo Vito Mancuso noi siamo più evoluti degli altri animali in
quanto siamo gli unici animali ad essere liberi, noi possiamo
liberarci dai bisogni naturali, noi siamo consapevoli e creativi.
L'uno
chiama la differenza tra essere umano ed essere animale capacità di
progettare, l'altro la chiama consapevolezza e creatività.
Mi
pare che le loro posizioni siano molto più vicine di quanto non
appaia, anche se il primo ritiene che non siamo i più evoluti e il
secondo sì.
Nel
corso del dialogo ho sentito riecheggiare dentro di me l'idea
freudiana della sublimazione dell'impulso sessuale o aggressivo
nell'arte, nella musica, nella letteratura, in altre parole nella
creatività e nell'ingegno.
Noi,
liberandoci dei nostri bisogni naturali, riusciamo a realizzare opere
meravigliose.
Ma
noi sappiamo anche distruggere.
Emerge
quindi insieme alla libertà l'eterno problema del male, che solo noi
uomini sperimentiamo, insieme al dubbio.
Il
dialogo ha evidenziato la difficoltà di identificare la distanza o
la vicinanza tra noi e gli animali, ma soprattutto la difficoltà di
definire l'uomo in sé e per sé.
Ho
iniziato il percorso in compagnia di una storia di uomini ciechi, in
preda a istinti bestiali pur di sopravvivere. L'unica donna vedente
era colei che era solidale e consapevole.
Ho
concluso il percorso ascoltando un biologo e un teologo riflettere
sulla creatività e sulla consapevolezza, espressioni tipiche
dell'essere uomini.
Io
aggiungo che noi siamo uomini quando diventiamo consapevoli della
Vita di cui il mondo è pervaso e sappiamo fare tesoro di questo
sapere per il bene di tutti.
Diversamente
diventiamo bestiali, ma non nel senso di simili agli animali, bensì
nel senso che noi rinneghiamo la nostra specificità e ci lasciamo
andare agli istinti senza la consapevolezza delle nostre potenzialità
cresciute a dismisura nel corso dei millenni di storia.
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