l'Adda a Trezzo |
Mi
piace viaggiare, mi è sempre piaciuto, forse per questo motivo non
ho avuto alcun problema a salutare parenti ed amici, colleghi e
lavoro, ed una città maestosa e da me amata come Roma e trasferirmi a 22
anni a Torino, quando, 38 anni fa, coloro che emigravano erano alla
ricerca di un lavoro, non certo di amore.
Mi
è sempre piaciuto viaggiare e ho già fatto il giro del mondo
diverse volte: Torino-Roma per 34 anni, almeno quattro volte
all'anno.
Mi
è sempre piaciuto viaggiare, ma il mondo è immenso ed io ho
visitato pochissimo di questa meravigliosa immensità.
Torno
da un breve viaggio, che mi ha regalato nuovamente la magia della
domanda:
dov'è casa?
Ciò
che è necessario alla mia, alla nostra sopravvivenza si può fare
ovunque, perchè abbiamo bisogno di una casa che ci lega ad un
territorio, stessi orizzonti, stessi problemi, stesse persone?
La
casa è il mondo, i fratelli sono coloro che incontri e che ti
aiutano.
C'è
altro?
Viaggiare
è vivere l'imprevisto, è sentirsi estranei, diversi, è scoprire e
meravigliarsi.
Sono
partita da Torino martedì scorso alla volta di Bergamo per volare
fino a Varsavia, dove mio figlio stava per concludere il suo master
presso il College of Europe.
L'imprevisto
è stato il maltempo, il volo annullato, la difficoltà di prenotarne
un altro, l'incontro di storie, la giornata trascorsa invece che nel
centro di Varsavia, nel centro di Trezzo d'Adda!
Sull'aereo
non partito per Varsavia, oltre a noi due vi era una coppia di
italiani quarantenni. Lei aveva preso un giorno di ferie per seguire
il marito a Varsavia, per festeggiare con lui il compleanno, appunto
40, per annunciargli l'arrivo di un figlio! L'ho vista stanca, seduta
su una panca, in attesa di un posto letto per riposare un po', prima
di ripartire con il primo volo trovato, a un prezzo indecente, per
permettere al marito di arrivare al lavoro puntuale, la mattina dopo
e annunciargli, insieme agli auguri, la dolce notizia.
Ha
senso che tutti noi studiamo altrove, lavoriamo altrove, altrove da
dove sono i nostri affetti?
Quali
costi affettivi ed economici reali la nostra società sta pagando per
questo vorticoso movimento di esseri umani? Non tutti sono scienziati
o medici, indispensabili per il loro sapere.
Molti
svolgono lavori comuni, perchè mai altrove?
L'altra
coppia era mista: un italiano e una polacca, che si lamentava per il
brutto tempo dell'Italia!
Anche
questo è un bel cambiamento, se vogliamo.
Gli
altri passeggeri erano tutti polacchi. Ci siamo ritrovati in un motel
di Trezzo d'Adda, senza macchine, parcheggiate a Bergamo Orio, senza
mezzi.
Un
bel paesino, Trezzo, sull'Adda, peccato che per comprare il biglietto
per il pulman che ci avrebbe portato alla metro per Milano, dove
ciascuno di noi aveva trovato un altro volo per Varsavia, abbiamo
dovuto camminare per 4 km all'andata e 4 km al ritorno.
Quando
in Italia sarà possibile pagare il biglietto sull'autobus? Non è
una gran riforma, ma un piccolo aiuto quotidiano alla gente, sì.
In
queste ore ho scoperto che mi piaceva tutto: la stazione centrale di
Milano, regale, l'aereoporto di Linate con il bar Motta, i suoi
lampadari e l'aria un po' retro, le persone incontrate, con le loro
storie, Trezzo sull'Adda con il suo castello, il suo parco, l'Adda
che scorre ai suoi piedi e la statua di Giacometti, che ho scoperto
al museo di Zurigo e ora ritrovo qui, in questo parco sconosciuto e
deserto e che ho saputo riconoscere.
L'abbraccio |
Mi
piace tutto perchè sono in viaggio, perchè sono aperta al
cambiamento, sono desiderosa di conoscere.
Volo
su Berlino, che non conosco e la guardo dall'alto e mi piace.
Anche
Berlino mi piace.
Cara Roberta, dovresti "atterrare" a Berlino in uno dei tuoi prossimi viaggi ed innamorarti di questa splendida citta'. Puoi contare su una camera ospiti, un bicchiere di vino (italiano!) e la mia ospitalita'. Ti aspetto!
RispondiEliminaCara Isabella, grazie per il tuo graditissimo invito. Mi farebbe molto piacere conoscere Berlino. Un abbraccio.
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