"Sogno
di dipingere e poi dipingo il mio sogno"
il mandorlo in fiore realizzato in occasione della nascita di suo nipote, il figlio dell'amato fratello | . Una esplosione di gioia e di bellezza |
Eccomi,
dopo due settimane di aridità, nelle quali il dolore per gli
attentati di Bruxelles, seguiti alla morte delle giovani studentesse
in Spagna, e alle continue notizie di attentati, di bombardamenti, di morti in
molte zone del mondo, mi ha bloccato ogni desiderio di comunicare ai
miei affezionati e carissimi amici lettori.
La
vita “normale”, quella nella quale si lavora e si impara
dall'esperienza, mi è apparsa vuota ed inutile se intorno a me c'è
la guerra.
L'immagine
più chiara che ho in mente è quella presente in molti film sul
nazismo: dei nazisti che festeggiano nella loro villa, poco lontano
da uno dei tanti campi di concentramento, dove nello stesso istante
si muore di dolore e di fame.
Questa
premessa non aiuta sicuramente chi legge a continuare, mi scuso, ma
per me è importante.
Nonostante
questa idea che ho del mondo, in cui alcuni ballano e brindano
ridendo e altri soffrono e muoiono, capisco che ora io appartengo a un
momento storico nel quale voglio cercare di svolgere al meglio la
parte che mi è stata assegnata, facendo ciò che credo e spero di sapere fare:
raccontare, ma soprattutto comunicare.
Visitare
la mostra realizzata su Van Gogh con il metodo Sensory 4 è un modo
per avvicinarsi all'anima del sublime maestro olandese.
Con
il mio primo passo nella palazzina della Promotrice delle Belle Arti
al Valentino (Torino), mi sono ritrovata nella famosissima stanza di
Van Gogh ad Arles e subito ho sentito di avvicinarmi a lui, alla sua
intensa e travolgente sensibilità.
La
storia di Van Gogh è per me (non sono una storica dell'arte,
ricordatevelo) la storia di un uomo che ha cercato disperatamente se
stesso, che ha desiderato sopra ogni cosa di essere accettato e
riconosciuto e che alla fine ha desistito per amore, pensando di
essere di peso all'amato fratello Theo, anche lui malato e con
difficoltà economiche.
Poi
possiamo invece raccontare che Van Gogh è stato un pittore olandese
misconosciuto in vita, malato di mente che ha posto fine alla sua
esistenza uccidendosi. Un pazzo. E' una scelta.
Per
me Van Gogh fu un uomo tormentato, certo, ma ricco, fecondo, capace
di creare, di anticipare, di comunicare. La sua tensione era quella
di trasmettere la ricchezza di emozioni che ribollivano dentro di
lui, ma senza mai travolgere l'altro, piuttosto Van Gogh ha sempre
scelto di soffrire e mai di far soffrire.
Ha
cercato con fatica la sua strada, ma quando l'ha trovata ha scritto:
“ L'unico
momento in cui mi sento vivo è quando dipingo” o “A volte
penso che non ci sia niente di più bello che disegnare”.
I
contemporanei non l'hanno capito, gli amici lo hanno allontanato, lui
sapeva che i suoi quadri un giorno sarebbero valsi più dei colori
usati per realizzarli e oggi Van Gogh dopo più di un secolo ha un
posto d'onore tra i grandi di tutti i tempi. Aveva ragione lui.
Nelle
sale sono stata avvolta dai suoi colori, dai dettagli ingigantiti,
dalla musica che accompagnava le varie fasi delle sue opere e della
sua vita.
Le
immagini parlavano di lui e per lui, del suo mondo, della gente
dell'epoca, dei paesaggi, ma anche dei suoi sogni, delle sue visioni,
delle sue paure.
Fino
ad arrivare a quello che per me è un capolavoro: “La notte
stellata”.
Il
cielo che ci viene regalato è un concentrato puro di energia.
Il
cielo è attraversato da vortici, da movimenti, da luce, tutto
estremamente vivo e dinamico, molto lontano dalle immagini poetiche e
pittoriche di quiete notti stellate. Possiamo leggere nella notte di
Van Gogh tutta la sua sofferenza interiore, ma anche tutta la sua
profonda comunione con la forza della natura, quella che lui ha
sempre dipinto con maestria, quella dei girasoli, dei campi di grano,
delle nature morte, dei fiori, dei boschi.
Per
me questo quadro è il manifesto della sua capacità di comprendere
le forze della natura, misconosciute a tanti, comprese dagli
scienziati e da coloro che sanno ascoltare e vedere. Vi assicuro che
l'emozione che si prova è quella della commozione.
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