giovedì 7 aprile 2016

VAN GOGH ALIVE EXPERIENCE

"Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno"




il mandorlo in fiore realizzato in occasione della nascita di suo nipote, il figlio dell'amato fratello. Una esplosione di gioia e di bellezza

Eccomi, dopo due settimane di aridità, nelle quali il dolore per gli attentati di Bruxelles, seguiti alla morte delle giovani studentesse in Spagna, e alle continue notizie di attentati, di bombardamenti, di morti in molte zone del mondo, mi ha bloccato ogni desiderio di comunicare ai miei affezionati e carissimi amici lettori.
La vita “normale”, quella nella quale si lavora e si impara dall'esperienza, mi è apparsa vuota ed inutile se intorno a me c'è la guerra.
L'immagine più chiara che ho in mente è quella presente in molti film sul nazismo: dei nazisti che festeggiano nella loro villa, poco lontano da uno dei tanti campi di concentramento, dove nello stesso istante si muore di dolore e di fame.
Questa premessa non aiuta sicuramente chi legge a continuare, mi scuso, ma per me è importante.
Nonostante questa idea che ho del mondo, in cui alcuni ballano e brindano ridendo e altri soffrono e muoiono, capisco che ora io appartengo a un momento storico nel quale voglio cercare di svolgere al meglio la parte che mi è stata assegnata, facendo ciò che credo e spero di sapere fare: raccontare, ma soprattutto comunicare.



Visitare la mostra realizzata su Van Gogh con il metodo Sensory 4 è un modo per avvicinarsi all'anima del sublime maestro olandese.
Con il mio primo passo nella palazzina della Promotrice delle Belle Arti al Valentino (Torino), mi sono ritrovata nella famosissima stanza di Van Gogh ad Arles e subito ho sentito di avvicinarmi a lui, alla sua intensa e travolgente sensibilità.


la luce che proviene da fuori alla stanza, che inonda le finistre, socchiuse, l'azzurro delle pareti a me comunica che Vincent in quella stanza ci stava proprio bene! ha detto: "Quanto è bello il giallo, rappresenta il sole". Energia allo stato puro, altro che depressione!


La storia di Van Gogh è per me (non sono una storica dell'arte, ricordatevelo) la storia di un uomo che ha cercato disperatamente se stesso, che ha desiderato sopra ogni cosa di essere accettato e riconosciuto e che alla fine ha desistito per amore, pensando di essere di peso all'amato fratello Theo, anche lui malato e con difficoltà economiche.
Poi possiamo invece raccontare che Van Gogh è stato un pittore olandese misconosciuto in vita, malato di mente che ha posto fine alla sua esistenza uccidendosi. Un pazzo. E' una scelta.
Per me Van Gogh fu un uomo tormentato, certo, ma ricco, fecondo, capace di creare, di anticipare, di comunicare. La sua tensione era quella di trasmettere la ricchezza di emozioni che ribollivano dentro di lui, ma senza mai travolgere l'altro, piuttosto Van Gogh ha sempre scelto di soffrire e mai di far soffrire.
Ha cercato con fatica la sua strada, ma quando l'ha trovata ha scritto:
L'unico momento in cui mi sento vivo è quando dipingo” o “A volte penso che non ci sia niente di più bello che disegnare”.
I contemporanei non l'hanno capito, gli amici lo hanno allontanato, lui sapeva che i suoi quadri un giorno sarebbero valsi più dei colori usati per realizzarli e oggi Van Gogh dopo più di un secolo ha un posto d'onore tra i grandi di tutti i tempi. Aveva ragione lui.
Nelle sale sono stata avvolta dai suoi colori, dai dettagli ingigantiti, dalla musica che accompagnava le varie fasi delle sue opere e della sua vita.
Le immagini parlavano di lui e per lui, del suo mondo, della gente dell'epoca, dei paesaggi, ma anche dei suoi sogni, delle sue visioni, delle sue paure.
Fino ad arrivare a quello che per me è un capolavoro: “La notte stellata”.
Il cielo che ci viene regalato è un concentrato puro di energia.
Il cielo è attraversato da vortici, da movimenti, da luce, tutto estremamente vivo e dinamico, molto lontano dalle immagini poetiche e pittoriche di quiete notti stellate. Possiamo leggere nella notte di Van Gogh tutta la sua sofferenza interiore, ma anche tutta la sua profonda comunione con la forza della natura, quella che lui ha sempre dipinto con maestria, quella dei girasoli, dei campi di grano, delle nature morte, dei fiori, dei boschi.
Per me questo quadro è il manifesto della sua capacità di comprendere le forze della natura, misconosciute a tanti, comprese dagli scienziati e da coloro che sanno ascoltare e vedere. Vi assicuro che l'emozione che si prova è quella della commozione.





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