Ultimo
film di Roberto d'Andò, il cui protagonista, Toni Servillo, è un
monaco certosino, famoso per i suoi libri oltreché matematico di
formazione.
Il
monaco è il protagonista del film, un alieno, un intruso in un mondo
del tutto diverso dal suo: un hotel di lusso dove nove ministri
dell'Economia e il direttore del Fondo Monetario Internazionale
devono prendere decisioni tali da ridisegnare la situazione economica
mondiale. Le decisioni vengono prese in base a valori diametralmente
opposti a quelle del monaco Roberto Salus (Servillo).
Sullo
sfondo fotogrammi di immagini Tv evocano la crisi della Grecia del
2015: disordini nelle piazze.
I
silenzi di Servillo, la sua capacità di ascoltare il canto degli
uccelli, di capire l'animo umano, di vivere di poco (una noce – il
saio – i sandali), di essere uno specchio in cui tutti i convitati
sono costretti a specchiarsi, tutto ciò serve a incrinare le
certezze di alcuni componenti del summit al fine di cambiare la
decisione da prendere.
Più
che la storia in sé e per sé, è proprio il ruolo del monaco ciò che
evoca nello spettatore molte domande. Lo sguardo di Servillo rimane
nella mente, interroga anche noi, anzi interroga forse solo noi.
Il
film che ha come obiettivo quello di riflettere sul potere
dell'economia sulla politica, procede come un giallo, in cui il
sospettato di una morte eccellente è proprio il monaco.
Un
film interessante per il tema trattato e per la recitazione di Toni
Servillo, che si afferma sempre di più come grande attore del cinema
italiano.
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