mercoledì 13 aprile 2016

HUMAN





 

Human è l'ultimo film del fotografo e regista francese Yann Arthus Bertrand.
Ebbi modo di scoprire Bertrand in occasione della sua mostra di foto al Forte di Bard, “Home” , quando rimasi incantata dal contrasto presente nelle sue foto: da una parte paesaggi di una bellezza quasi mistica, dall'altra le realtà antropomorfizzate di una bruttezza indescrivibile.
Ne parlai con i miei allievi, mostrai loro il libro della mostra, mostrai le contraddizioni, tutte opera dell'uomo, che può costruire cattedrali ma anche deturpare in modo devastante la natura, lasciando cicatrici indelebili
In questo ultimo film, che ha richiesto tre anni di lavoro, 110 riprese in 60 paesi, 2020 interviste in 63 lingue, più di 500 ore di filmati aerei, lo spettatore assiste a due ore (versione ridotta) di interviste a uomini e donne di ogni luogo e di ogni condizione, intervallate da terapeutiche immagini di deserti bianchissimi, canyon, altipiani verdeggianti, oceani tempestosi. Le immagini della natura permettono di interrompere il flusso di emozioni nate dagli argomenti trattati nelle interviste e immergersi nella bellezza pacifica o tumultuosa della Natura.
Alternativamente ci si commuove per le difficoltà umane e per la bellezza dei luoghi. Si passa dai primi piani a riprese a tutto campo.
Riflessione ed espansione.
Dentro di sé e fuori di sé, in uno scambio continuo.
Questo film è una carrellata sull'umanità adulta e sui suoi problemi : amore, felicità,lavoro,emigrazione,identità sessuale,disuguaglianza, sofferenza psichica, senso della vita, malattia, morte.
La diversità viene ripresa in ogni volto, in ogni luogo, la somiglianza tra gli uomini traspare nelle risposte alle domande universali.
Da questo film, complesso come complessa è l'esistenza, voglio estrapolare due immagini e una storia.
Le immagini:New York, vista dall'alto di notte, con il susseguirsi regolare delle sue Avenue e dei suoi grattacieli, illuminati e abitati. Uomini, che appaiono delle marionette,lavorano in stanze tutte uguali, piano dopo piano, muovendosi in uno spazio ristretto, sopraelevato, lontano dalla terra e dal cielo.
L'altra immagine è quella di una massa immensa di colorati rifiuti in movimento, un'onda che pare travolgere un giovane che si allontana correndo.
La storia: un giovane viene condannato all'ergastolo per aver ucciso una donna e la sua bambina. Lui era cresciuto pensando che chi ama fa soffrire l'altro, perché così gli aveva insegnato suo padre, che gli infliggeva scosse elettriche per il suo bene, perché gli voleva bene. Ha scoperto tardi come si ama, ricevendo amore dalla mamma e nonna delle donne uccise da lui.
Che cos'è la felicità, chiede il regista ad alcuni intervistati. La felicità, dice una donna, è essere vivi, ora.
Al termine della proiezione avrei voluto ricominciare a vedere tutto, ma proprio tutto dall'inizio.
Uscendo ho espresso questo mio desiderio all'addetto al botteghino del cinema, che mi ha informato di poter vedere tutto il film, in edizione integrale, su you-tube.
Prendetevi del tempo, comodi sulla poltrona, vedrete quanta ricchezza è contenuta nelle immagini e nelle parole.
Un vero tesoro per tutti noi.
Buona visione!














Nessun commento:

Posta un commento