Decisi
di andare in pensione dal 1.09.2015 con l'opzione donna, pressata
dall'ultima proroga di una legge, che annulla in un colpo solo anni
di lotte per la parità di genere.
Una
vergogna, ma questa è un'altra storia, che racconterò quando mi
sentirò di denunciare una delle tante ingiustizie del nostro sistema
previdenziale.
Decisi
così, nonostante la palese ingiustizia e la impossibilità ad avere
informazioni chiare dall'Inps, attesi la risposta, che giunse gli
ultimi giorni di scuola e anche i saluti non furono quelli che avrei
voluto, furono saluti frettolosi e un po' tristi, per me.
Decisi
così
perché
per la famosa legge Fornero io avrei dovuto insegnare fino a 67 anni,
allungandomi di 5 anni la vita lavorativa,
perché
volevo uscire di scena con dignità,
perché
a 60 anni avviene un importante cambiamento nell'organismo umano,
che non può essere disconosciuto solo perché le persone vivono più
a lungo grazie alle medicine che assumono,
perchè
non mi ritrovavo più in un mondo nel quale l'età è motivo di
“rottamazione” se chi dirige ha circa 40 anni, senza considerare
la storia del lavoratore, senza considerare il lavoratore stesso,
perché
mi sentivo a disagio nei cambiamenti della legge della Buona scuola,
succeduti ai cambiamenti della legge Gelmini e di quella Moratti,
tutti cambiamenti che hanno man mano scardinato il ns sistema
scolastico, non sempre in meglio,
perché
non vi erano aiuti, personale ai piani, carta per fotocopiare,
tempo per ragionare, cuore per capire, ma solo format, compiti,
circolari proprio nel luogo dove il dialogo dovrebbe essere
protagonista indiscusso,
perché
l'energia dei miei ragazzi era tale da prosciugare la mia e senza
energia è impossibile insegnare in una scuola secondaria di primo
grado,
ma,
il 1.9.2015 ancora due gruppi di alunni, due classi, con le quali
avevo iniziato un percorso che avrei voluto terminare, se le leggi
non si fossero frapposte, se ci fosse un po' di libertà e rispetto
per chi deve decidere quando terminare un percorso lavorativo
due
classi di giovani dovevano terminare un percorso iniziato con me
e
quindi io ero in sospeso,
oggi
sono andata nella mia ex scuola, vuota, i “miei” ragazzi hanno
terminato il percorso triennale, ho letto i risultati raggiungi da
tutti loro, ho ritrovato nei voti l'idea e il progetto che avevo per
ciascuno di loro.
Li
ho seguiti con il pensiero per tutto l'anno e ora “posso veramente
essere in pensione”.
I
ragazzi con le loro domande, con la loro irrequietezza, con i loro
problemi, sono la parte sana del nostro Paese, mi mancheranno.