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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI MA PER SEGUIR VIRTUTE E CONOSCENZA

Il 27 gennaio sappiamo che è il giorno istituito per ricordare la liberazione dei pochi sopravvissuti all'inferno di Auschwitz da parte dell'esercito dell'Urss, Stato che a sua volta ha perseguitato, segregato,ucciso milioni di presunti o reali dissidenti al suo regime. Quella data per tutti noi rappresenta la fine di un progetto diabolico, l'inizio di una lunga riflessione sulle cause, il primo processo per crimini contro l'umanità, la nascita di uno Stato, la nascita dell'U.E., la dichiarazione dei diritti dell'uomo, la ferma convinzione che la libertà individuale sia un valore supremo da difendere ad ogni costo. Ho sempre spiegato ai miei alunni l'importanza di ricordare, affinché non si ripetano eccidi simili e giustamente i miei ragazzi mi hanno sempre fatto notare che nella storia recente i genocidi si sono ripetuti, anzi che erano oggetto di cronaca quotidiana, appresa dai TG. I ragazzi sono meravigliosi, non devono difendere te...

QUELLI CHE AMANO IL PROPRIO LAVORO N. 1

In questi giorni i giornalisti televisivi e quelli della carta stampata stanno raccontando storie di persone che non amano lavorare, che credono che truffare sia una cosa furba. Io amo sempre andare controcorrente e vorrei raccontare le storie di coloro che amano lavorare, perché se provassimo a riflettere, tutti noi ci accorgeremmo subito che siamo circondati da persone capaci, scrupolose, precise,oneste. Solo che raramente queste migliaia e migliaia di persone appaiono sui giornali, vengono intervistate, vengono valorizzate. Allora ho voglia di iniziare un gioco, quello di provare a fare luce in questo mondo sommerso. A volte potrò nominarle, a volte forse no. Inizio a raccontare di uno studioso di storia dell'arte, il conservatore del Museo Accorsi di Torino, il dott. Luca Mana. Il suo nome è sul manifesto della mostra e quindi pubblico. Di lui so poco, ma quello che so può bastare. Sabato pomeriggio mancavano 24 ore alla chiusura della mostra sul Divisionism...

IL FIGLIO DI SAUL

Dolore, dolore fisico, alle braccia e al petto, nella zona del cuore, ma forse sono i polmoni, l'aria che non ho respirato o che ho trattenuto, per tutto il tempo del film Dal primo fotogramma, sfocato, con delle sagome indistinte che ricordano subito i corpi dei deportati nei lager, sagome che si muovono nel verde, ecco, dal primo momento, ancora prima dei titoli di testa, inizia a fluire nel video tutto ciò che, chiunque di noi abbia letto libri sulla shoa, sa. Lazlo Nemes è magistrale nel portarci nell'inferno: siamo vicini al protagonista per tutto il tempo, mentre accompagna i nuovi arrivati a spogliarsi, mentre vengono ingannati, mentre entrano nelle camere a gas, mentre urlano e battono le mani contro le porte ermetiche. Siamo con lui mentre cerca nelle tasche dei morti, mentre pulisce dal sangue il pavimento, mentre trascina i corpi morti verso il carrello che li porterà verso i forni crematori. E ancora, sentiamo le urla, percepiamo la velocità,sentiamo...