Pagine

mercoledì 30 luglio 2025

Torneranno i prati (Ermanno Olmi)

 






Dei fiori
Molti sono gialli
Alcuni sono bianchi
Pochi sono rosa
Qualche immacolato giglio selvatico si erge
Impettito nella sua bellezza
E rarità
Le mosche sono tornate
Appiccicose come ogni anno
Qualche rara margherita
E le timide violette multicolori
Se guardo bene
I fiori gialli sono tutti diversi
Anche gli altri
Sembrano uguali
Sono fiori certo
Ma unici
Come noi umani
E le rondini
Tutto torna
Qui tutto è pace
Tutto invita alla quiete
Tranne i pensieri
I miei
Ermanno Olmi e i fiori nati sui corpi dei morti
Sulle Dolomiti, sul Carso
E in Ucraina
E a Gaza
dove non so dove seppelliscano i morti
I pesci che mangiamo
hanno mangiato i corpi dei naufraghi
E dei desaparecidos
Tutto è connesso
E una morte lontana
È oggi un fiore che cogli nella sua bellezza
O un pesce nel piatto che gusti
Non solo mercurio e radioattività
Petrolio e plastica
Ma resti umani mangiamo
Nessuno è sicuro
In nessun luogo
Oggi come ieri
Domani più di oggi
Non so perché accada
Al di là delle interpretazioni geopolitiche
Che non spiegano mai nulla
Perché in migliaia obbedirono a Hitler
Perché  a Stalin
 a Pol Pot

E oggi ancora e ancora

In milioni obbediscono
Chi siamo veramente noi?
Chi sono io?


Balboutet, 15.06.2025


Queste parole, poesia, non so, le scrissi osservando i magnifici fiori della valle alpina. Avevo appena iniziato a leggere la storia di Franca Jarach, una desaparecida, la cui madre non si è mai arresa al silenzio della sua sparizione e di quello di tantissimi giovani argentini. Il volo della morte descritto nell'incipit del libro, le migliaia di morti a Gaza e in Ucraina, le condanne a morte decise dai sistemi autoritari che ancora esistono nel 2025, uno schiaffo alla storia, tutto questo mi ha portato a vedere nella bellezza dei fiori, la morte.